Se oggi l’orientamento riveste un ruolo molto più centrale e significativo che in passato, ciò dipende in gran parte dai cambiamenti sociali della cosiddetta postmodernità che, tramite processi di differenziazione e frammentazione, hanno reso molto più difficile la costruzione dell’identità, segnando il passaggio da ruoli ascritti a ruoli elettivi.
La crescente complessità sociale crea disorientamento e rinvio delle scelte (la sindrome di Peter Pan).
In quest’ottica l’orientamento diventa una risposta alle sfide della complessità, in cui, come afferma Morin, un sapere fondamentale diventa quello di affrontare l’incertezza.
Le teorie sull’orientamento si sono modificate nel tempo in relazione all’evoluzione degli scenari sociali e delle politiche in materia di istruzione,formazione e lavoro. Lo schema seguente sintetizza i modelli interpretativi esistenti attorno alla tematica:
1. TEORIA DIAGNOSTICA
Sviluppata negli anni ’50/’60 oggi è ripresa nella forma del bilancio delle competenze. La concezione di orientamento , alla quale fa riferimento, si basa sull’idea di individuare le caratteristiche dell’individuo, al fine di diagnosticarne il ruolo sociale e professionale cui è più adatto. Il sistema scolastico-formativo svolge un ruolo istruttivo, al fine di innestare saperi sia culturali sia tecnico-professionali su di una cultura sociale comune.
Strumenti adottati:diagnosi psico-attitudinale.
2.TEORIA INFORMATIVA
Sviluppata negli anni ’70, coniugata oggi ad altre concezioni, si basa sull’idea che orientare significhi, prevalentemente, far conoscere le opportunità esistenti e le prospettive future: attraverso un’adeguata azione informativa il soggetto dovrebbe essere in grado di compiere autonomamente le scelte più idonee.
Strumenti adottati:nascono i centri Informagiovani
3.TEORIE INDIVIDUALISTICHE/ECONOMICISTICHE/PSICOLOGISTICHE
Sviluppate alla fine degli anni ’70, rappresentano le concezioni di orientamento attualmente più diffuse. Si basano sul presupposto teorico che destrutturazione sociale, caduta dei valori forti condivisi siano condizioni irriducibili della società complessa. Emerge un’idea di individuo isolato (individualismo metodologico), che opera scelte sulla scorta di valutazioni razionali dettate da un principio d’utilità.
Il processo di orientamento consiste in una scelta fra opportunità messe a disposizione, al fine di sostenere l’individuo nei momenti di transizione con strumenti informativi e psico-diagnostici. Secondo questa prospettiva la scuola non può limitarsi ai contenuti disciplinari, ma deve aiutare i giovani ad effettuare le scelte, fornendo loro informazioni e strumenti decisionali.
Strumenti adottati: Eventi e azioni informative, bilancio di competenze, questionari di interesse e test psico-attitudinali.
4. TEORIA FORMATIVO-RELAZIONALE
Si tratta della teoria più recente, sviluppata negli anni ’90. L’orientamento viene concepito come un lungo processo formativo (long life learning) intrecciato ai percorsi didattici, che mette gli studenti nella condizione di progettare il proprio futuro, costruendolo in modo flessibile, attraverso numerose scelte e un atteggiamento positivo verso la formazione continua.
La società non è intesa come un sistema dato e definito, neppure come caos assunto dall’individualismo metodologico, ma come realtà che si costruisce in continuazione tramite interazioni fra diversi soggetti e sistemi. L’esito di questa interazione consiste nel raggiungimento di un equilibrio possibile tra istanza personali e sociali.In questa prospettiva si sviluppa il concetto di didattica orientante, secondo il quale l’orientamento, intrecciato alle discipline, svolge una funzione educativo-formativa, di abilitazione a competenze trasversali e ad una progettualità personale e dinamica.
Strumenti adottati: utilizzo flessibile di vari strumenti per attivare consapevolezza e atteggiamento critico nei confronti delle routine. Si utilizza, in modo particolare, il conseling.
Il Tusini è anche un centro per l’orientamento scolastico professionale. Fa parte di due reti istituzionali a carattere provinciale che si occupano di questa tematica.
Le iniziative di tipo orientativo, che vengono svolte, sono molteplici e si distinguono in:
– attività progettuali, quando sono svolte in collaborazione con istituzioni;
– attività di conseling, quando riguardano direttamente il singolo e la famiglia nel caso di minorenni.
Il conseling prevede da uno a tre colloqui di un’ora ciascuno ed è finalizzato alla comprensione dello stato di crisi e di incertezza, in altri termini di impasse in cui si trova il soggetto ed il nucleo famigliare rispetto ad un percorso scolastico o professionale.
Per appuntamento telefonare allo 0456211310 al mattino.